La bella cornice di Golfo Aranci avrà aiutato senz’altro Matilde Barbato a lenire l’amarezza per le sconfitte, ma anche a godere dei momenti positivi che comunque si sono intravisti nel suo percorso di gara. La campionessa regionale a + 70 kg, al suo esordio nelle finali dei campionati Under 15 svoltisi a Olbia il 26 maggio, ha ottenuto un settimo posto che va considerato un punto di partenza per futuri più gloriosi.
L’atleta di Città Alta, che si allena a Gorle con Emilio Maino, ha aperto la categoria, salendo sul tatami per affrontare la siciliana Maria Angelica Fontana (Judo Club F.M.). L’atleta sicula parte determinata e prova un attacco di seoi otoshi, che però va fuori misura e le costa uno shido. E’ però solo lei ad attaccare  tanto da costringere Matilde ad un doppio shido, prima per ostruzione sulle prese e successivamente per passività. Al secondo minuto Barbato tenta un timido attacco di tai otoshi senza esito e pur dominando le prese non riesce a trovare il varco nella difesa avversaria. Spiraglio che vede a venticinque secondi dal termine, piazzando un bel tai otoshi valutato wazaari, punto che chiuderà il match a suo favore.
La seconda prova la vede opposta alla laziale Sara Ferro (Arti Marziali). Il match è a senso unico: la romana martella costantemente Matilde con i suoi seoi otoshi, che pur non ottenendo punteggio, costringono l’orobica alla sola fase difensiva. Il risultato è la chiusura del match dopo 1′ e 10″ per somma di shido.
Niente è perduto, perché si passa ai ripescaggi. Il terzo match con la calabrese Stella Maria Costanza parte in salita perché dopo trenta secondi dall’hajime la rappresentante del Judo Club Paola, scende in seoi otoshi sorprendendo la bergamasca, che cade sul fianco subendo wazaari. Nonostante i due minuti abbondanti rimanenti, Barbato non riesce a trovare attacchi efficaci e il tentativo più consistente è rappresentato da un tai otoshi al 1′ e 45″ dell’incontro, che è anche l’unica soluzione tecnica mostrata da Matilde nei tre combattimenti.
In sintesi e al netto dell’emozione che sicuramente ha giocato la sua parte, per puntare alla medaglia sarà necessario incrementare le ore dedicate a tecnica e randori, puntando su un judo più specificamente “agonistico”. La base fisica c’è, ma va integrata con una parte tecnica e tattica più varia e mirata. In bocca al lupo!